.png)
Language Learning with Sean!
Hi, I’m Sean, and I’m passionate about using languages to connect with people around the world. Welcome to Language Learning with Sean!, the podcast where I share my language-learning journey, personal stories, and insights in different languages! My goal is to inspire you on your own language adventure! Whether you’re a language lover or just enjoy thought-provoking stories about life, culture, and beyond, this podcast is for you. Let’s dive in!
---------------------------------------------------------------------
Olá, eu me chamo Sean e sou apaixonado por usar idiomas para me conectar com pessoas do mundo todo. Bem-vindo ao Language Learning with Sean!, o podcast em que compartilho minha jornada de aprendizado de idiomas, histórias pessoais e percepções em diferentes idiomas! Meu objetivo é inspirar você em sua própria aventura linguística! Se você é um amante de idiomas ou apenas gosta de histórias instigantes sobre a vida, a cultura e muito mais, este podcast é para você. Vamos lá!
Language Learning with Sean!
6 - L’oro nero di Modena: Una degustazione dell’aceto balsamico (Italiano)
Ciao, oggi ti porterò con me a Modena, dove facciamo una piacevole giornata scoprendo nuovi sapori e storia a una degustazione dell'aceto balsamico di Modena. Questa puntata è la continuazione del mio giorno a Modena a gennaio (2 - Una Visita a Modena).
Vocabolario della puntata:
# l'acetaia - the vinegar cellar, the place where vinegar is made
# la pioggerella - the drizzle (light rain)
# cavarsela - to manage/ to get by (me la cavarò - me la sarei cavata)
# invecchiare - to age/get older
# la botte, le botti - the barrel/cask
# il barile, i barili - the barrel, the barrels
# la goccia / le gocce - the drop / the drops*
# il cipollino - the small onion (literal) - sweet onion often used for roasting or caramelizing
# il fico, i fichi - the fig, the figs
# un gelato fior di latte - a 'milk flower' gelato (flavour made from milk, cream, and sugar)
*Non riuscivo a non dire "qualche giocca" invece di "qualche goccia" / I kept saying "qualche giocca" while recording this!
Ciao! Oggi ti racconterò la continuazione del mio giorno a Modena a gennaio: la degustazione dell’aceto balsamico di Modena.
Dopo aver visitato la città, sono partito in autobus verso l’acetaia, che si trova fuori Modena. Avevo prenotato la degustazione senza accorgermi che non si trovava propriamente in città, ma fortunatamente era raggiungibile in autobus.
Ho perso la coincidenza tra i bus e ho dovuto camminare l’ultimo chilometro sotto una pioggerella, ma Guido, la guida, è venuto a prendermi in macchina.
Lui mi ha spiegato che saremmo stati tre partecipanti alla degustazione: io e una coppia italiana. Gli ho detto che stavo imparando l’italiano e che me la sarei cavata se avessimo fatto la degustazione in italiano.
Quando eravamo seduti nella sala da pranzo, Guido ha cominciato a spiegarci, in italiano ovviamente, come si fa l’aceto balsamico. A dire la verità, non ne sapevo nulla e non ci avevo mai pensato.
Ci ha raccontato il processo di produzione: dall'uva al mosto cotto, fino all’invecchiamento nelle botti.
Guido ci ha poi condotto nella struttura dove l’aceto invecchia nei barili.
Ne ha aperti alcuni e ha versato qualche goccia di aceto nei nostri cucchiaini.
Tutti gli aceti mi sono piaciuti molto, ma si poteva notare come il sapore diventasse ogni volta più complesso e ricco man mano che passavamo dalle botti più grandi a quelle più piccole.
Lui ci ha anche raccontato che esiste una tradizione secondo cui si avvia una batteria di botti di aceto alla nascita di un bambino o di una bambina.
La famiglia la conserva fino al matrimonio della figlia o del figlio.
Dopo essere tornati nella sala principale, il vero divertimento stava per iniziare!
Guido ci ha portato quattro piattini con fichi caramellati, ricotta, parmigiano reggiano e cipolline, per degustare l’aceto.
Abbiamo scoperto come l’aceto esaltava ogni sapore.
Chiacchieravamo mentre sorseggiavamo un buon Lambrusco frizzante.
La coppia che partecipava alla degustazione con me era simpatica, e mi ha detto che aveva un frantoio in Toscana. Dal loro modo di parlare italiano, ho notato un accento un po’ francese, soprattutto quando la donna diceva “allora”.
L’accento non mi sembrava toscano. Più tardi nel pomeriggio, però, hanno rivelato di essere di Torino, in Piemonte. Ero curioso di saperne di più sui dialetti regionali, e loro mi hanno spiegato che parlavano anche piemontese, ma che non si insegna più nelle scuole.
La degustazione è continuata e, per concludere, abbiamo assaggiato un gelato fior di latte su cui Guido ha versato qualche goccia di aceto.
Era buonissimo!
Non avrei mai immaginato un abbinamento simile, ma mi ha davvero sorpreso.
Quindi, una giornata fantastica! Uno dei momenti più belli è stato conoscere un po’ meglio l’acetaia di Guido e il patrimonio della sua famiglia. Apprezzo molto le piccole aziende familiari che mantengono vive le loro tradizioni e la connessione con la terra e il passato. Ho sempre amato l’aceto balsamico, ma ora che ne so di più, posso apprezzarlo ancora di più.
🎧 Il Aftershow
Ciao, e benvenuto al mio Aftershow.
Oggi non volevo parlare troppo… ma ci sono due cose che mi sono venute in mente mentre registravo, e volevo condividerle con te.
La prima cosa riguarda la pronuncia.
Faccio ancora un po’ di fatica con l’accento tonico nei verbi all’imperfetto, specialmente tra la forma noi e la forma loro.
Ad esempio:
- noi chiacchiera-VA-mo → l’accento è sulla penultima sillaba
- loro chiacchie-RA-vano → l’accento è sulla terzultima
Oppure:
- noi sorseggia-VA-mo
- loro sorseg-GIA-vano
È interessante, perché nella maggior parte delle forme all’imperfetto, l’accento cade sulla penultima sillaba:
- io vi-VE-vo
- tu vi-VE-vi
- lui/lei vi-VE-va
- noi vive-VA-mo
- voi vive-VA-te
- MA, loro vi-VE-vano, con l’accento sulla terzultima.
Ho sentito una professoressa dire, durante le mie ricerche, che vivevamo e vivevano suonerebbero troppo simili senza questa differenza nell’accento — e ha ragione!
La seconda cosa è grammaticale.
Facendo questo podcast ho imparato qualcosa di interessante sul modo in cui, in italiano, si parla del futuro nel passato.
In inglese, ad esempio, diremmo:
"He told me that we would be three people."
In italiano, però, non si dice saremmo tre persone, ma saremmo stati tre persone — con il condizionale composto.
Frasi come:
"Mi ha detto che saremmo stati tre partecipanti."
oppure:
"Ho detto che me la sarei cavata se avessimo fatto la degustazione in italiano"
…sono corrette in italiano, anche se in inglese useremmo solo il condizionale semplice: would be, would manage.
Ogni episodio imparo qualcosa di nuovo… e spero anche tu!
Grazie mille per avermi ascoltato.
Ci vediamo alla prossima. Ciao!